IL MICROCLIMA DEGLI AMBIENTI DI LAVORO

#sicurezza #turni #prevenzione

Tempo di lettura: 5 minuti

di Michele Nogara
(foto di copertina)

PREVENZIONE E PROTEZIONE DEI LAVORATORI IN PARTICOLARI CONDIZIONI E AMBIENTI

La difesa dei lavoratori da ambienti microclimatici “severi caldi”, che possono provocare un notevole disagio, quando non compromettono lo stato di salute, si può realizzare mediante l’adozione di adeguate misure di prevenzione. In alternativa i lavoratori devono essere dotati di appositi dispositivi di protezione individuale (DPI) che garantiscano un’idonea protezione.

STRESS DA CALORE

In tutte le lavorazioni in cui è stato valutato un rischio di stress da calore è sempre obbligatoria la sorveglianza sanitaria. In generale, occorre realizzare una progressiva acclimatazione per le esposizioni sistematiche alle alte temperature. Inoltre, è obbligatorio fornire ai lavoratori tutte le informazioni sul rischio, sui possibili danni e sulla loro gravità, sui sintomi di allarme, sulle misure di prevenzione adottate e sui comportamenti di salvaguardia da tenere.

LAVORAZIONI ALL’APERTO

Per le lavorazioni svolte all’aperto, occorre:

articolare il turno di lavoro per evitare di lavorare nelle fasce orarie 11-15 (12-16 con l’ora legale)

in tali ore privilegiare compiti in ambienti coperti, fissi o provvisionali

per gli orari di lavoro, sfruttare le prime ore del mattino

prevedere una rotazione dei compiti lavorativi alternando attività all’aperto e al chiuso, e attività al sole con attività all’ombra

sopra i 30°C è bene effettuare una pausa di almeno 5 minuti per ciascuna ora di lavoro in luogo fresco e ombreggiato. Quando si superano i 35°C, o i 32°C in caso di clima afoso, incrementare la pausa di 15 minuti ogni ora

con temperature fra i 25°C e i 30°C assumere liquidi in quantità sufficiente: preferibilmente acqua potabile o tè leggermente dolce, evitando bevande alcoliche o molto zuccherate

al di sopra dei 35°C assumere minimo 3-5 dl di acqua 2-3 volte ogni ora. I liquidi devono essere assunti prima che si faccia sentire la sete. La somministrazione di acqua deve essere accompagnata da sali minerali persi con la sudorazione, in particolare sodio e potassio

ESPOSIZIONE ALLE RADIAZIONI

Negli ambienti di lavoro caratterizzati dalla presenza di forti sorgenti radianti, si possono realizzare apposite barriere e schermi per evitare o limitare l’esposizione dei lavoratori alla radiazione, compatibilmente con le esigenze del ciclo lavorativo. Nelle lavorazioni all’aperto si può limitare l’esposizione nei mesi caldi fornendo strutture e dispositivi per ottenere zone d’ombra e ridurre l’esposizione alle radiazioni solari. Ciò è attuabile creando schermature per mezzo di coperture provvisionali in legno, in teli o preferibilmente metalliche. I pannelli rivestiti di materiali metallici, infatti, aumentano le proprietà riflettenti della copertura.

IN CASO DI SPOSTAMENTI

Per i lavori che prevedono spostamenti esistono sul mercato strutture portatili simili a ombrelloni che il lavoratore sposta a seconda delle sue esigenze. Occorre inoltre prevedere degli spazi coperti, dove i lavoratori possono effettuare delle pause o consumare i pasti. È necessario prevedere nell’area di lavoro una fonte di acqua potabile diretta.

 

Michele Nogara è consulente presso Cheno Servizi Srl, Agenzia formativa accreditata Regione Lombardia. RSPP abilitato per tutti i macrosettori ATECO, Auditor Sistemi Gestione Salute e Sicurezza OHSAS 18000, Qualità ISO 9000, Sicurezza Alimentare ISO 22000. ASL Como – Albo Milano n. 2421.

 

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