Bio a rapporto. I dati del settore

IL MERCATO INTERNO BIO È PIÙ CHE RADDOPPIATO NEGLI ULTIMI 10 ANNI E OGGI SI APPRESTA A GIOCARE UN RUOLO FONDAMENTALE NEL QUADRO STRATEGICO POST PANDEMICO INTERNAZIONALE

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Quando parli di biologico, parli d’Italia. Lo confermano i dati pubblicati nel 15° Rapporto Bio Bank che mostrano il nostro Paese leader del bio in Europa. Secondo i dati Fibl-Ifoam 2019, tra più recenti a disposizione, l’Italia si trova al primo posto per export (€ 2,4 miliardi) e aziende di trasformazione (21.419), al secondo per produttori agricoli (70.540), al terzo per vendite al dettaglio (€3,6 miliardi) e superfici (1,99 milioni di ettari). Negli ultimi anni segnati dalla pandemia, il settore agroalimentare bio ha proseguito la sua crescita. Forte di una percezione del consumatore sempre maggiore nei confronti di consumi sani e sostenibili, sempre più convinto che il biologico sia centrale nella transizione ecologica. L’Unione Europea punta a dimezzare l’utilizzo di pesticidi, ridurre del 20% quello di fertilizzanti e triplicare le superfici bio arrivando al 25% entro il 2030, contro l’8% del 2019.

RAPPORTO BIO BANK 2021

Arrivato alla sua 15ª edizione, analizza anche il comparto della ristorazione. I criteri del censimento includono: ristoranti, pizzerie, gastronomie, bar, gelaterie e altri locali che somministrano alimenti e bevande, utilizzando almeno il 70% di ingredienti biologici. Sono incluse le aree di ristoro dentro i negozi di alimenti

UNA CRESCITA IN TUTTI I SETTORI

I dati Nomisma per l’Osservatorio Sana parlano di un mercato interno bio, al 2021, che ha raggiunto i 4,6 milioni di euro, con un aumento del 110% in dieci anni. Se è vero che la crescita è stata trainata dalla grande distribuzione, con un’offerta ormai ampia e disponibile in migliaia di punti vendita a prezzi accessibili, anche l’Horeca ha fatto registrare numeri dal segno positivo. La quota “altri canali”, che include la ristorazione, ha messo a segno dal 2012 al 2021 un +52%. Una quota che include anche i negozi specializzati, i quali però vedono le proprie vendite praticamente invariate da 10 anni: da poco più di 1 milione di euro nel 2012 a poco meno nel 2021 (-1%).

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I NUMERI DELL’HORECA

Significativo, nel lungo periodo, il dato relativo alle nuove aperture. Dal 1996 al 2022 la variazione nel censimento di ristoranti bio in Italia è cresciuta del +649,3%, assestandosi negli ultimi cinque anni su un più moderato, ma pur sempre in crescita, +3,1%. La metà dei ristoranti utilizza oltre il 90% di ingredienti bio, rientrando dunque in quella che potremmo definire la categoria dei “superbio”. Il 31% è collegato o integrato in un negozio bio. Sempre il 31% fa parte di una catena. Per effetto del lockdown il mercato della ristorazione biologica è calato a 487 milioni di euro nel 2020 (-27% sul 2019), per poi riprendersi nel 2021 risalendo a 701 milioni di euro (+43% sul 2020), secondo le stime di Nomisma per Osservatorio Sana.

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