QUALI SONO LE DIVERSE OPPORTUNITÀ DI FINANZIAMENTO A DISPOSIZIONE DELLE IMPRESE DEL SETTORE FOOD RETAIL PER I PROPRI PIANI DI SVILUPPO?
Nel 2022 il comparto food retail è cresciuto del 9%. Due punti in più rispetto all’anno precedente. A dirlo sono i dati Trade Lab presentati dal Presidente UBRI e CEO Gioia Group, Vincenzo Ferrieri, in apertura della tavola rotonda organizzata da UBRI e dedicata alle diverse opportunità di finanziamento alle quali le imprese del food retail, a seconda della loro dimensione, possono guardare oggi come soluzioni possibili. Uno scambio diretto e franco di esperienze, in linea con l’approccio che meglio identifica UBRI stessa, tra imprenditori che condividono i propri percorsi mostrandone opportunità e rischi.
9%
CRESCITA COMPARTO FOOD RETAIL NEL 2022
Fonte: dati Trade Lab
IL RAPPORTO BANCA-IMPRESE
Rispetto anche solo a 7 anni fa, ha spiegato Marco Dimauro, CFO di Gioia Group, lo scenario finanziario è molto cambiato. Un cambio avvenuto nel giro di pochi anni. «Solo 7 anni fa ci si poteva muovere per operazioni nel raggio del medio e lungo termine, chiedendo finanziamenti one to one, uno per ciascuno locale da aprire, mentre ora il rapporto è cambiato e la Banca con la quale si entra in contatto, in particolare con le banche specializzate, se si è raggiunta una certa dimensione dell’azienda, diventa una sorta di fornitore strategico dell’impresa». Il settore del food retail si è dunque dimostrato molto interessante per un intermediario finanziario. Lo ha confermato anche Enrico Fagioli, Head of Growth Credit Division di illimity, che ha sottolineato come l’affiancamento alle PMI della ristorazione, seppur ancora minoritario, sia in crescita costante nell’ultimo biennio.
Enrico Fagioli, Head of Growth Credit Division di illimity
“IL RAPPORTO TRA IMPRENDITORE FOOD E BANCA, IN PARTICOLARE CON LE BANCHE SPECIALIZZATE, È CAMBIATO. LA BANCA È DIVENTATA UNA SORTA DI FORNITORE STRATEGICO DELL’IMPRESA”
I CASI MACHA E POKE HOUSE
Lo sanno bene Tunde Pecsvari, co-owner di Macha, che due anni fa ha dato vita al proprio piano di sviluppo per l’Italia con un finanziamento bancario di 4 milioni, e Matteo Pichi, founder di Poke House, case history che ha fatto scuola per l’imponenza del proprio piano di sviluppo. Dal suo esordio, nel 2018, con una singola location a Milano, Poke House conta oggi 160 locali, un fatturato di oltre 100 milioni e un’espansione in corso negli Stati Uniti. «Tra le maggiori criticità incontrate una volta passati alla finanza strutturata – sottolinea Pichi – c’è stata un’urgente necessità di maggiore expertise in materia finanziaria per aumentare sistemi di controllo e di reportistica che tale finanza richiede per non incorrere in problemi». La raccomandazione conclusiva è quella di proporre ai propri finanziatori un business plan più prudente di quello che si elabora per se stessi.
Tunde Pecsvari, co-owner di Macha
Matteo Pichi, founder di Poke House
UBRI IN NUMERI
70
BRAND IN AUMENTO
1.100
PUNTI VENDITA
11.000
DIPENDENTI
€ 600 MILIONI
FATTURATO COMPLESSIVO
“OGNI IMPRESA NON DEVE AVERE UN APPROCCIO STANDARDIZZATO AL DEBITO PER LO SVILUPPO, MA INTERROGARSI SULLA PROPRIA ORIGINE E VOCAZIONE E RAFFORZARE QUELLA NATURA“
ANALISI CREDITIZIA INNOVATIVA
«È opportuno per le aziende – ha sottolineato Giovanni Pietro Rota Graziosi, Crossover & Acquisition Finance Director di illimity, l’innovativo istituto bancario fondato e guidato da Corrado Passera – parlare con la propria banca in modo chiaro e trasparente prima di toccare il punto di crisi». Realtà come illimity, infatti, dispongono di strumenti di analisi creditizia innovativi, con il coinvolgimento anche del cosiddetto “tutor”, una figura professionale che grazie a passate esperienze manageriali in aziende del settore vanta una specifica conoscenza delle logiche industriali, commerciali e finanziarie del mercato di riferimento dell’azienda oggetto di analisi.
LA PROPRIA IDENTITÀ
In ultima analisi, ciò che emerge con chiarezza è come ogni impresa non debba avere un approccio standardizzato al debito per lo sviluppo, ma interrogarsi sulla propria origine e vocazione e rafforzare quella specifica natura; sia che si configuri come una startup innovativa che come un’azienda familiare, più rivolta a investitori di private equity o più vocata a relazioni con partner finanziari di debito tradizionali o specializzati o altre formule ancora.
UBRI
UBRI – Unione Brand Ristorazione Italiana nasce nel 2020 e costituisce il primo caso di sinergia tra Aziende concorrenti della Ristorazione organizzata in catena. Imprenditori e imprenditrici che condividono i rispettivi know how per rendere più efficienti i propri modelli di business.
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