Il potere della profumazione al servizio dell’Horeca
ESPERIENZE UNICHE, EMOZIONI TAILOR MADE E MULTISENSORIALITÀ. ECCO PERCHÉ LA PROFUMAZIONE PUÒ RAPPRESENTARE UN POTENZIALE IMPORTANTE PER IL DESIGN SENSORIALE DI UN HOTEL
#profumazione #marketing #trend
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Parlare di ospitalità oggi significa parlare di esperienzialità. La clientela post pandemia è, sempre di più, una clientela in cerca di esperienze, di momenti unici, di ricordi personali e sartoriali. Gli alberghi non sono più considerati come semplici strutture ricettive, ma stanno diventando centri dove gli ospiti, oltre a dormire e a rilassarsi, possono trovare spazi esperienziali nei quali interagire socialmente, partecipare ad eventi e vivere delle esperienze uniche. L’industria dell’Horeca si sta riorganizzando e le strategie guardano a concetti quali “tailor made” e “multisensorialità” con sempre maggiore interesse. A rendere unica – o in altre parole “immersiva” – la fruizione di un servizio Horeca concorrono diversi tasselli, ognuno dei quali coinvolge specifici sensi: la vista e il gusto, inevitabilmente. Ma anche, e non secondariamente, l’olfatto.
“LA SOLUZIONE CHIAVE PER IL FUTURO È UN’ESPERIENZA MULTISENSORIALE E IMMERSIVA”
RICONOSCIBILITÀ E DISTINTIVITÀ
A dare la misura di quanto l’attenzione agli aromi e alle essenze negli ambienti – quello che, tecnicamente, va sotto il nome di marketing olfattivo – possa rappresentare uno strumento prezioso per i professionisti dell’ospitalità è la ricerca “Business Impact of Scent” condotta da Premium Scenting di Initial, che ha intervistato i player più rilevanti nel settore dell’ospitalità e i leader nei trend di soluzioni sensoriali per gli ospiti. Il 67% degli ospiti, per quanto riguarda gli hotel, afferma che un odore piacevole in albergo li farebbe sentire più rilassati, mentre il 69% ritiene che una fragranza piacevole nella lobby migliorerebbe la percezione del marchio. Il 53%, ancora, non è incline a soggiornare in un hotel se la profumazione della hall è troppo forte.
MARKETING OLFATTIVO
Parte del più ampio “marketing sensoriale”, studia il potenziale dei profumi come mezzo di comunicazione, analizzando il modo in cui particolari fragranze stimolano le emozioni, influenzando potenzialmente il comportamento d’acquisto: aumentando il tempo di permanenza, incidendo sul ricordo e agendo positivamente sul morale di clienti e collaboratori
ESPERIENZA MULTISENSORIALE
I risultati del report di Premium Scenting/Walnut Unlimited indicano una reazione significativamente più alta, del 38%, in condizioni ambientali profumate rispetto a quelle prive di profumazione, rivelando così come gli ambienti profumati abbiano un carattere più immersivo e memorabile. La profumazione crea un impatto immediato. Ciò che avverte l’olfatto si unisce alla percezione di un nuovo ambiente: dall’ingresso della hall alle diverse zone dell’hotel. Lo studio suggerisce anche come equilibrio e senso di corrispondenza tra i sensi creino un impatto più coinvolgente.
UN SENSO ANTICO
L’olfatto è uno dei sensi più sviluppati. Gli uomini sono in grado di distinguere circa un trilione di combinazioni di profumi diversi e il nostro olfatto è altamente distintivo. È un ricettore sensoriale che collega il sistema nervoso centrale con il mondo esterno; tra tutti i sensi rappresenta quello che agisce più velocemente e cattura le emozioni profonde, liberando i ricordi con una intensità più forte rispetto agli altri sensi
FIRMA OLFATTIVA
«Molto spesso si pensa solo all’esperienza visiva e pochissime aziende fanno pieno uso del profumo come strumento di marketing per creare esperienze memorabili e multisensoriali – spiega Elena Ossanna, Amministratore Delegato Rentokil Initial Italia. – Ma, se usati nel modo giusto, i profumi e le fragranze sono strumenti essenziali per avere un impatto significativo sul comportamento dei clienti». «Una profumazione uniformemente diffusa negli ambienti di un hotel facilita la creazione di ricordi memorabili. Trasformare il brand in firma olfattiva consente di creare un’esperienza sensoriale unica, ed evocare ricordi legati al passato ed associati alla location sensoriale» sottolinea Andy Myers, esperto di neuroscienze cognitive.
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