Pagamenti digitali. POS vs contante. Un falso problema?

IL 2023 POTREBBE FAR SEGNARE IL SORPASSO DEI PAGAMENTI DIGITALI AI DANNI DEL CONTANTE. ECCO I DATI DELL’OSSERVATORIO INNOVATIVE PAYMENTS PER CAPIRE MEGLIO UN DIBATTITO MOLTO ATTUALE

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Tempo di lettura: 5 minuti

Pos sì, Pos no. Il dibattito sull’uso del contante è tornato a infiammare il dibattito dell’Horeca in Italia. Al netto delle boutade politiche, per capire dove volgere il timone, a maggior ragione in un mare in tempesta come quello dell’Horeca odierno, serve capire in che modo stiano evolvendo i pagamenti digitali in Italia Tutti, non solo quelli legati al Pos: dalle carte di credito/debito/prepagate al Mobile Payment. Se è vero, infatti, che il contante resta ancora il preferito degli italiani nelle piccole e piccolissime transazioni, è altrettanto vero che, in termini di crescita per numero di transazioni elettroniche pro capite, gli italiani – secondo i dati della Banca Centrale Europea – sono in testa alle classifiche europee (+41% contro una media del +18%). Meglio addirittura di Germania e Grecia.

“GLI ITALIANI SONO IN TESTA ALL’EUROPA IN TERMINI DI CRESCITA PER NUMERO DI TRANSaZIONI ELETTRONICHE PRO CAPITE”

PAGAMENTI DIGITALI IN CRESCITA RECORD

A ribadirlo è il report dell’Osservatorio Innovative Payments del Politecnico di Milano, che mostra come nel 2022 i pagamenti elettronici si aggirino intorno al 42% del totale dello speso degli italiani. Una percentuale dai tassi di crescita enormi. Basti pensare che solo nel 2019 era pari al 29%. Lo scontrino medio relativo ai pagamenti digitali è ai minimi storici. Un record, fatto segnare nel 2021, sul quale ha senza dubbio influito il cashback. Altrettanto vero è, però, che l’abbassamento dello scontrino medio è un trend stabile ormai da anni. «Lo spegnimento del Cashback – fa notare Valeria Portale, Direttrice dell’Osservatorio Innovative Payments – non ha avuto forti ripercussioni sulla crescita dei pagamenti digitali, che risulta in linea con la traiettoria post-pandemia».

I CONSUMI IN ITALIA E GLI STRUMENTI DI PAGAMENTO

Fonte: Istat 2022. Rielaborati da Osservatorio Innovative Payments (Politecnico Milano)

 

COSA SUCCEDE IN NEGOZIO?

Pagamenti online e fisici contribuiscono in egual misura alla crescita media (22%) fatta registrare nel primo semestre 2022. Le modalità di pagamento “senza contatto” sono le preferite in negozio, pari al 69% del totale, in crescita del +49% nel primo semestre 2022 rispetto allo stesso periodo 2021, per un totale di 79 miliardi di euro. «Sono però i pagamenti tramite smartphone e wearable (es. smartwatch, ndr) a vivere la crescita maggiore: con un +139% negli ultimi 12 mesi, raggiungono un valore di 6 miliardi di euro nel solo primo semestre 2022 – segnala Ivano Asaro, Direttore Osservatorio Innovative Payments. – Di questi, quasi il 90% è basato su tecnologia contactless NFC». Più contenute, invece, altre modalità di pagamento come per esempio quelle legate a strumenti come Satispay, attraverso i quali si è soliti però pagare anche importi molto bassi, forti di commissioni contenute.

NEL 2023 IL POSSIBILE SORPASSO AL CONTANTE

L’obbligo del Pos ha inciso quale fattore psicologico, al pari del cashback, nel legittimare il consumatore a girare senza contanti. «Le previsioni parlano di un 2022 che potrebbe chiudere intorno ai 400 miliardi di euro – sottolinea Matteo Risi, ricercatore dell’Osservatorio Innovative Payments. – Un risultato vicino al pareggio tra contanti e pagamenti digitali. Il 2023 potrebbe addirittura far segnare il sorpasso dei pagamenti digitale ai danni del contante».

+41%

TRANSAZIONI ELETTRONICHE
PRO CAPITE IN ITALIA NEL 2021

+22%

PAGAMENTI DIGITALI
I SEM. 2021 VS I SEM. 2022

COSTI, SICUREZZA, TEMPO

Dati che possono far meglio interpretare la strada futura lungo la quale, volenti o nolenti, sarà inevitabile incamminarsi. Spostando il dibattito, piuttosto, sull’opportunità urgente di rivedere le commissioni legate ai pagamenti digitali. Un falso problema anche dal punto di vista dei commercianti stessi, secondo l’opinione di imprenditori come quelli che fanno capo a UBRI – Unione del Brand della Ristorazione Italiana, che riunisce i principali player di catena in Italia. «Sosteniamo il pagamento elettronico per motivi anzitutto economici. A fronte di un 1% di commissioni risparmiamo costi ben più alti: quelli della persona che dovrebbe fermarsi, in ogni locale, per oltre un’ora dopo la chiusura, per il conteggio del contante, far quadrare la cassa, effettuare il versamento in Banca, il tutto in ore notturne più costose. Oltre al problema di sicurezza e al tempo per la gestione della monete o banconote false. Altra considerazione è che il POS, velocizzando i pagamenti, permette di servire un maggior numero di clienti e quindi un più alto fatturato. Da parte di un commerciante di buon senso e che sa fare i suoi conti ci pare quindi un falso problema».

ANDAMENTO SCONTRINO MEDIO

PAGAMENTI DIGITALI

Fonte: stime Osservatorio Innovative Payments (Politecnico Milano)

PAGAMENTI DIGITALI: IL TRANSATO

PREVISIONE 2022

Fonte: stime Osservatorio Innovative Payments (Politecnico Milano)

Valeria Portale, Direttrice dell’Osservatorio Innovative Payments

Ivano Asaro, Direttore dell’Osservatorio Innovative Payments

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