Bevande analcoliche. Tra consumi in rallentamento e scelte azzardate

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QUALI SONO I COMPoRTAMENTI DI CONSUMO E I DATI DELLA FILIERA DISTRIBUTIVA  NEL COMPARTO SOFT DRINK E ACQUA?  ECCO I DATI DELL’OSSERVATORIO RETE DISTRIBUTORI HORECA E CIRCANA

Il percorso di ripresa post-pandemico sembra essersi esaurito per effetto dell’inflazione e della riduzione del sentiment positivo a causa dei nuovi scenari socio-politici. I giovani frequentano sempre meno il fuori casa e le bevande analcoliche, pur in maniera più contenuta rispetto a quelle alcoliche, vengono penalizzate dalle strategie di risparmio. Il prezzo medio per item, però, è rimasto quasi invariato rispetto al 2023 (+1,6%, 1,89€). Un dato che mostra come i consumatori stiano cercando di assorbire l’aumento dei prezzi attraverso una ridefinizione delle proprie scelte.

Lo confermano i dati rilasciati da Circana, società di ricerche di mercato, in collaborazione con Rete Horeca, gruppo di consorzi di grossisti F&B che copre il 39% del mercato con oltre 3 miliardi di fatturato, nell’ambito degli incontri B2B dell’Osservatorio Rete Distributori Horeca e Circana, gli ultimi dei quali focalizzati sul comparto delle bevande analcoliche e su quello della birra.

A caccia di risparmio

Nel fuori casa, anche se il trend è in flessione, l’anno è iniziato positivamente sia per visite che per spese. Cresce la spesa media per ogni visita, ma diminuisce il numero medio di prodotti acquistati. I prezzi influenzano i consumatori: uno su tre pensa di ridurre le visite OOH e il 22% pensa di diminuire nel fuori casa il consumo di bevande alcoliche. In un contesto in cui il consumatore sta mettendo in atto strategie di trading out, politiche di vendita come promozioni e operazioni di loyalties impattano in maniera sempre maggiore.

Promozioni e servizio veloce

«Il potere delle promozioni – osserva Matteo Figura, Executive Director Foodservice Circana – è molto efficace per quanto riguarda le bevande analcoliche, portando un innalzamento del consumo di bevande e anche dell’importo dello scontrino medio». In un’ottica di risparmio, inoltre, i fast food rivelano un numero di visite con un trend di crescita superiore alla media del mercato. Crescono i fast food burger, ma, anche se più lentamente, i fast food etnici. I pub risultano in rallentamento.

Acqua e soft drink. Consumi e performance

Analizzando i comportamenti di consumo e le performance fuori casa e nella filiera distributiva, il comparto delle bevande fredde analcoliche (tap water esclusa) mostra un +0,9 sul 2023 con una propensione al consumo sostanzialmente stabile rispetto allo scorso anno (-0,5). In un contesto caratterizzato da consumi a rilento, a lavorare meglio è stato il comparto distributivo, con un +6,6% a valore sul 2023 e un +0,5% a volume, a fronte di un -8,8% del canale Cash&Carry.

Il valore del canale distributivo

«In un quadro in cui i tassi di crescita stanno tornando a un andamento fisiologico – sottolinea Figura – il comparto della distribuzione ha performato bene». «Un minimo comun denominatore che si è riscontrato anche riguardo ad altre tipologie come food, vino e spirits – ha ricordato Roberto Santarelli, Direttore di Rete Distributori Horeca – dovuto anche alla consapevolezza del punto vendita che guarda sempre di più al distributore per quel valore aggiunto che può dargli».

Il contributo alla crescita

Alcune categorie trainano la crescita, sia a valore sia a volume, più di altre. È il caso dell’acqua (+3,2 a valore e +0,2 a volume) e delle bevande gassate (+5,2 a valore e +0,3 a volume), con le cole in testa, seguite da limonate e toniche legate al concetto di mixology. Bene anche la categoria delle bevande energetiche (+0,4 a valore e + 0,1 a volume). Meno bene invece categorie come i succhi di frutta che crescono a valore a fronte di volumi sostanzialmente fermi.

Scelte al rialzo

«A soffrire sono soprattutto i prodotti di mezzo e anche quelli di fascia bassa, che prima facevano i volumi – sottolinea Giorgio Carlino, Consorzio Horeca.it –.

Continuano a fare bene, invece, i prodotti Premium. Stiamo assistendo a volte a scelte dei punti di consumi che esagerano nell’aumento dei prezzi, mettendo in difficoltà i consumatori italiani e la famiglia media. Lo sguardo è andato soprattutto alle tasche dei turisti stranieri, con una capacità di acquisto più alta rispetto agli italiani. Infine – conclude Carlino – i nostri dati più recenti parlano anche di un altro trend in forte crescita nel periodo recente: quello del tè».

La categoria dell’acqua

Per quanto riguarda la categoria acqua, i dati mostrano un peso stabile dell’acqua corrente (o tap water) sul totale acqua. «Bisogna considerare però – ricorda Figura – che molti consumatori non sono realmente consapevoli della differenza tra tap water e non nel momento in cui viene servita al tavolo già imbottigliata». La quota, osserva Michele Foglio, AD di Acqua Maniva, arriva al 20% se non del 30%. Un’emorragia verso l’acqua micro filtrata. Una tendenza che si inserisce nel più ampio quadro del tema della propensione, in particolare dei consumatori più giovani, per soluzioni di consumo di acqua sostenibili, prima di tutto, ed economiche. È il caso del sempre più diffuso fenomeno delle borracce. «Bisogna ricordare, però, – sottolinea Carlino – che l’acqua, così come le bevande analcoliche, sono commodity e questo costringe il consumatore ad acquistare al prezzo imposto. Generando nuove strategie di trading out o scelte come quelle della borraccia. Credo che spesso il tema stesso della tap water nell’Horeca sia più un’imposizione che una scelta per il consumatore».

Il nodo acqua micro filtrata

Se l’acqua resta il prodotto principale per il distributore bevande, l’aumento del consumo di acqua micro filtrata nel fuoricasa costringe a urgenti riflessioni per chiarire aspetti sia normativi sia divulgativi. «L’acqua micro filtrata viene utilizzata non certo al posto della plastica ma del vuoto a rendere» sottolinea Manuel Catoni, Consorzio ADAT. Ci sono poi specifiche ancora poco chiare legate alla sanificazione delle bottiglie, per esempio. «Chiediamo – prosegue Catoni – che chi utilizza questi dispenser abbia gli stessi obblighi del produttore e del distributore».

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