Kennedy e la Baia dei Porci ovvero come evitare di fallire

di Emanuele Mascherpa

 

#risorseumane #pianificazione #team

Tempo di lettura: 3 minuti

IN OGNI NUOVO PROGETTO CHE SI AFFRONTA C’È IL RISCHIO DI SOVRASTIMARE GLI EFFETTI POSITIVI E SOTTOSTIMARE QUELLI NEGATIVI

È il 1961, la guerra fredda impazza e l’Amministrazione Kennedy vede la possibilità di rovesciare il governo di Fidel Castro e dare una lezione indiretta al proprio nemico: l’Unione Sovietica. Aiutati dalla CIA, 1500 rivoluzionari sbarcano alla Baia dei Porci, a Cuba, il 17 aprile. L’operazione è un disastro e vede il proprio epilogo in soli tre giorni. A vedere i numeri, a mente fredda, non ci stupiamo del fatto che 1500 uomini non abbiano vinto contro un intero esercito. In base alle stime dell’intelligence, il rapporto tra milizie rivoluzionarie e soldati cubani era di uno a sette! Com’è possibile che il consiglio di gabinetto di Kennedy abbia sottostimato questa informazione? Due i motivi principali. Uno: la leadership di Kennedy era troppo forte e il suo staff si è fatto trascinare dal suo carisma. Due: in ogni nuovo progetto c’è il rischio di sovrastimare gli effetti positivi e sottostimare quelli negativi.

 

 

POSITIVISMO ESTREMO

Quest’ultimo motivo è la causa del fallimento di tanti progetti personali e aziendali e dobbiamo sempre tenerne conto quando vogliamo modificare qualcosa. Il nostro cervello, spinto al cambiamento, non analizza ogni singola informazione. Per eludere l’immobilismo, tende a considerare gli aspetti positivi come più importanti e realizzabili di quelli negativi. In realtà, quante volte falliamo quando dobbiamo implementare qualcosa di nuovo? Moltissime. C’è un modo per battere questo positivismo estremo? Per prendere in considerazioni anche gli aspetti negativi senza che ci sabotino lungo il percorso? Ecco un trucco che io trovo molto utile.

_ Immaginiamo di essere in riunione (con il nostro team, ma anche soli se il programma è personale) a un anno dall’inizio del progetto. Es. Dicembre 2023. La riunione ha come oggetto il fallimento del progetto: dobbiamo immaginare che sia andato tutto storto.

_ Ora elenchiamo tutte le cose cha abbiamo sbagliato: errori, comunicazioni, persone sbagliate coinvolte, ecc. Siate spietati!

_ Analizzando la lista sapremo, ancora prima di partire, quali sono gli aspetti da tenere in considerazione, le possibili minacce da gestire, gli errori da non commettere, le situazioni da non sottovalutare, chi coinvolgere, e così via. In questo modo forziamo il nostro cervello a pensare contro-intuitivamente.

 

Emanuele Mascherpa è formatore, coach, esperto in HR Management e Public Speaking. Ha lavorato per 16 anni nei Dipartimenti Risorse Umane di grandi multinazionali dei settori Beauty, Banking e Consulenza.

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